Nuova Clubman: “Mini” ma non troppo!
Rivoluzione! Squadra che vince non si cambia? La casa automobilistica anglo/tedesca ha deciso di cambiare le carte in tavola con la nuova Clubman, sempre meno “Mini”: + 30 centimetri rispetto alla precedente.
Ne è passato di tempo dalla Mini station wagon degli anni 60 di 3.3 metri di lunghezza, misure ragguardevoli se raffrontate ai 3 metri e rotti della berlina. Eppure la Clubman reintrodotta nel 2007 dalla BMW andava ad aggiungere altri 60 centimetri, sopravanzata a sua volta dall’ultimo gioiellino in arrivo nelle concessionarie di tutta Europa, che come già anticipato cresce di altri 30 centimetri per un totale di 425 centimetri di lunghezza (numeri da segmento C).
La partnership anglo-tedesca sembra dunque essere riuscita a creare una vettura in grado di entrare a pieno titolo nella storia della Mini, merito di scelte distanti anni luce dalla tradizione. Azzardo?
Secondo i vertici del costruttore, entro il 2020 il 20% di tutte le auto private vendute nel mondo presenteranno le medesime dimensioni della terza generazione della Clubman.
Basti pensare che tra gli accessori disponibili come optional vi è persino il gancio di traino: appare dunque evidente la profonda rivoluzione di una vettura che cresce anche di larghezza (+9 centimetri) e di passo (+10 centimetri) oltre che di lunghezza.
E lo stile? In questo caso la tradizione viene rispettata, almeno per quanto riguarda la vista anteriore e laterale. Non è possibile dire lo stesso di bagagliaio, sempre più simile a quello delle station wagon con la sua capacità da 360 a 1.250 litri, stazza e motorizzazioni: aspetti che la rendono sempre più simile alla BMW Serie 1. Non a caso entro 2-3 anni quest’ultima finirà per adottare il pianale della Clubman, trazione anteriore inclusa.
Azzardo? A Monaco non sembrano temere gli effetti di questo avvicinamento. Grazie alla mutazione, l’auto diviene molto più versatile: sul retro il comfort è assicurato anche a due adulti sia in altezza che in lunghezza. Tutt’altra storia in 3, ma sono stati fatti passi da gigante rispetto a prima, quando stare in tre sui sedili posteriori della Clubman era un vero e proprio incubo.
Tanto spazio in più quindi che può essere sfruttato a dovere grazie alle 4 porte laterali (la precedente generazione disponeva solo delle 2 anteriori più una piccola caratterizzata da un’apertura controvento sul fianco destro). Resta il tipico portellone a doppio battente, disponibile anche con apertura automatica (optional) da attivare con telecomando, oppure toccando appena appena un sensore posto sotto il paraurti con il piede.
Sorprese finite? Fra gli accessori che non ci aspetteremo di trovare su una Mini segnaliamo lo schienale posteriore frazionato 40/20/40, i controlli separati per la climatizzazione, i sedili a regolazione elettrica, il sistema di parcheggio semi-automatico e tanto altro.
Motori: la terza generazione della Clubman in un primo momento verrà resa disponibile in Italia con 3 propulsori: 1.5 turbobenzina a 3 cilindri dotato di uno step di potenza da 136 cavalli; 2 litri turbobenzina 4 cilindri con 192 cavalli di potenza; turbodiesel 2 litri a 4 cilindri dotato di uno step di potenza da 150 cavalli.
Invece, fra le novità in arrivo segnaliamo i 3 cilindri 1.5 turbobenzina da 102 cavalli, il 1.5 litri turbodiesel da 116 cavalli ed il turbodiesel 2 litri a 4 cilindri dotato di uno step di potenza da 190 cavalli.
Chi si aspettava una versione John Cooper Works resterà deluso: bisognerà attendere il 2016, visto che continuano i test per il suo sviluppo. Purtroppo non vi è ancora nessuna certezza sulla suddetta variante, stando a quanto lasciato trapelare dai vertici del costruttore, il propulsore potrebbe essere il 2.0 turbo dotato di uno step di potenza da 231 cavalli.
Per fortuna gli amanti dell’esclusività hanno la possibilità di personalizzare la propria Clubman grazie ai tanti optional disponibili con il logo JCW, sia per quel che concerne gli interni che per quanto riguarda gli esterni, con la “chicca” rappresentata dai cerchi da 19 pollici.
Prova su strada: nel corso del nostro test abbiamo avuto modo di testare il propulsore da 192 cavalli, in grado di garantire brio e affidabilità, soprattutto se abbinato al cambio automatico a 8 marce disponibile come optional. Tanta coppia in basso e tonalità sportiva. La regolazione delle sospensioni e il passo allungato vanno a diminuire quell’effetto go-kart, da sempre fiore all’occhiello delle Mini, tuttavia la reattività della vettura resta invidiabile, così come quella dello sterzo, molto sopra la media. Notevole anche l’assetto, che nonostante la rigidità che lo contraddistingue riesce a garantire un viaggio confortevole anche su lunghe percorrenze.